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martedì 1 ottobre 2013

Tre domande a: Mattia Rossi

Per la rubrica "tre domande a", questa volta ho coinvolto il caro amico e collega coach Mattia Rossi di Bergamo.





1) Secondo te cosa trattiene le persone dal seguire la propria personale strada?

Secondo te, quanti individui sanno che esiste la loro personale strada? Tante, troppe volte, l'interlocutore mi guarda con una genuina espressione stupita del tipo “ah sì? Possiamo scegliere? Ma tu guarda...”. Per non parlare di chi ancora non ha capito che lavoro faccio, perché non riesce a collocare l'idea stessa che un manager o un professionista o un imprenditore adulto e vaccinato possa continuare a crescere e svilupparsi, nel lavoro e a maggior ragione nella vita personale. Sembra ancora dominante, o perlomeno lo era fino a pochissimi anni fa, la convinzione che quando nasci ti trovi messo dalle circostanze su un binario ben preciso, e lì sei destinato a rimanere per sempre.
Pochi sono al corrente del fatto che esiste “la propria personale strada”, anche se la potenza di questo cambiamento epocale sembra stia risvegliando un bel po' di consapevolezze. Ma allora si manifestano altri impedimenti: istinto di conservazione, sfiducia, cinismo, paura del fallimento. Ci sono coloro che, puntando dritti al guadagno materiale (denaro o potere) in tempi brevi, danno l'impressione di avere idee chiare e determinazione ad agire: ma io penso che in realtà stiano manifestando la sfiducia nella possibilità di coniugare benessere materiale e soddisfazione personale profonda. Ci vedo la convinzione che la vita non può essere nulla di diverso da una guerra e che il mondo è popolato solo di nemici. Postulato indimostrato destinato a tradursi in profezia autoavverantesi.


2) Secondo te cosa può aggiungere valore al mondo, nel particolare momento storico che stiamo vivendo?

Consapevolezza. E autenticità, che della consapevolezza è la compagna inseparabile, poiché non puoi raggiungere la piena consapevolezza se non ti poni con autenticità verso te stesso e verso gli altri. Sto pensando a persone che siano serenamente consapevoli della propria natura, dei propri talenti, del proprio valore, della propria creatività. Queste persone consapevoli ed equilibrate sono in grado di ricostruire un ambiente positivo e fruttuoso intessendo relazioni ricche, autentiche, capaci di veicolare e valorizzare il contributo di ciascuno a vantaggio di tutti ad ogni livello, dalla famiglia al luogo di lavoro, alla società in senso lato.



3) In ottica di “evoluzione darwiniana” secondo te a quali cambiamenti sarà chiamata la nostra specie in questo millennio?

L'altrimenti detta “selezione naturale” darwiniana non fa vincere il più forte, come a volte si dice equivocando, ma il più adatto. Ciò premesso, rispondendo in aziendalese direi che l'umanità è chiamata ad acquisire visione strategica, sviluppando la consapevolezza dell'interdipendenza di tutti gli elementi in gioco e della necessità di operare scelte di tipo win-win. Traduzione: dobbiamo abituarci a considerare le conseguenze delle nostre scelte, e a considerarle alzando la testa dal “qui e ora” verso un orizzonte temporale e spaziale il più ampio possibile. Altrimenti siamo destinati all'estinzione, o per reciproca distruzione diretta o per scomparsa dell'ambiente adatto alla sopravvivenza della nostra specie. 


Grazie Mattia, per le tue belle parole, che risvegliano il nostro essere umani.

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