Tenetelo bene a mente: non governa il più saggio, il più capace, il più onesto...
Governa semplicemente la rappresentanza della popolazione italiana.
Per cui non vi dispiacete, qualsiasi sia il risultato di queste consultazioni.
Provo a drammatizzare allo scopo di spiegarmi meglio.
L'11
settembre 2001 di fronte alle immagini delle Torri Gemelle, guardavo in
tv le reazioni di una parte del mondo che piangeva ed un'altra che
festeggiava. Sembrava paradossale, ma mi chiesi come avrei reagito se
per puro caso fossi nato in una tribù talebana.
Ho
vissuto lo stesso dilemma tanti anni prima, scoprendo che i pellerossa
non erano i cattivi... Ma in fondo neanche i bianchi. Ho letto diversi
libri su quel periodo ed ho capito tante cose in più rispetto a ciò che
posso osservare attraverso la lente della cultura che prevale in quel
momento storico.
Il
concetto di giusto e sbagliato non è assoluto, ma dipende dalle
influenze culturali, religiose, familiari, educative, valoriali,
esperienziali, ecc. che hai ricevuto da altri. Anche quando per qualche
motivo sei fuori dal coro rispetto alla parte del mondo in cui vivi.
A
parte la necessaria premessa, per soli 10 min. ti chiedo di sospendere
il giudizio (a prescindere dalla cultura che ti ha influenzato
nell'averlo.
Prova
ad ipotizzare per soli 10 min. che GIUSTO e SBAGLIATO siano
un'illusione. Prova ad immaginare che possano esistere solo SCELTE e
CONSEGUENZE. Scelte e conseguenze.
Primo effetto: eviti la conflittualità dovuta al contenzioso verso la ricerca del giusto e sbagliato.
Che
generalmente si costruisce cercando improbabili accordi circa i criteri
attraverso i quali osservare ed interpretare l'oggetto del "giudizio".
Secondo effetto: stimoli l'assunzione di responsabilità.
Ogni
scelta produce una conseguenza; ciò che conta è renderla evidente.
Soprattutto quando non è a breve termine. In questo modo ognuno può, se
lo vuole, assumersi le responsabilità degli esiti; per ognuno intendo
anche una nazione (ad es. rispetto ai governi) o l'intera umanità (ad
es. rispetto all'utilizzo delle risorse del pianeta).
Da
questa prospettiva "scelta-conseguenze" (che spesso condivido con
imprenditori, manager, genitori, educatori, ecc.) è possibile anche
alleviare la personale "sofferenza" che deriva dall'entrare in contatto
con "l'incomprensibile ottusità" del prossimo...
Il
sentimento può alleggerirsi, grazie a ciò che più semplicemente
possiamo osservare come "inconsapevolezza circa le conseguenze".
Risulta
più semplice anche agire: basta provare a far emergere gli effetti di
alcune scelte. (senza aspettarsi che l'interlocutore cambi per forza la
sua posizione per la nostra)
Ognuno
ha il diritto di scegliere la propria strada, che lo porterà
(consapevolmente o meno) alle conseguenze ad essa collegate, funzionali o
no per la sua esistenza.
Nel
caso in cui quelle scelte impattino sugli altri, questi altri
sceglieranno come regolarsi nei suoi confronti (e queste diventeranno le
conseguenze del suo atto, sia che risultino piacevoli che dolorose)
Con
questa breve storiella provo a concludere: uno dei passeggeri di una
nave inizia a fare un buco sul pavimento della propria cabina. Un altro
passeggero se ne accorge e gli chiede: "Cosa stai facendo?" E lui
risponde: "Non ti riguarda, questa è la mia cabina!"
Probabilmente questo rappresenta in metafora lo scenario della nostra vita attuale.
Quindi,
in estrema sintesi, credo che ognuno di noi possa scegliere di
interpretare il ruolo di "poliziotto, per inseguire e punire tutti i
perforatori di nave da cui siamo circondati, o essere un
"risvegliatore", per aiutare più persone possibile a diventare adulti,
quindi persone che sappiano scegliere con maturità e responsabilità in
quale mondo vivere.
L'argomento
è davvero troppo vasto per essere sintetizzato qui. Io ci sbatto la
testa da anni e riesco a vedere solo la punta dell'iceberg. Spero
tuttavia di aver condiviso una manciata di ghiaccio sulla punta della
punta dell'iceberg.
Nessun commento:
Posta un commento